Premesse e criteri per un diritto della dignità del morire e delle “disposizioni anticipate del paziente”
In un periodo in cui l'approvazione di una legge sulle disposizioni anticipate sembra uscita dalle urgenze politiche, dopo la temperie anche istituzionale che aveva caratterizzato le fasi finali del "caso Englaro", Paolo Zatti si propone, con un articolato documento , di riavviare il dibattito sull’utilità, le finalità e i criteri di un eventuale, prossimo, intervento legislativo.
Già oggi, in effetti, esiste, come sottolinea il giurista, un "diritto vivente" in grado di garantire dignità al morire e libertà terapeutica, in virtù dell’operato di un’attenta giurisprudenza che ha saputo attuare e valorizzare quel "patrimonio costituzionale comune" che è costituito dai principi di cui agli articoli 2, 3, 13 e 32 Cost., nonché di cui agli articoli 1, 2 e 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Tuttavia, pur trattandosi di una disciplina di qualità, valida ed applicabile, essa lascia ancora qualche margine di insidiosa certezza e risulta manchevole dal punto di vista delle misure di sostegno alla persona nella fase finale della sua vita.
Scopo dell’intervento di Paolo Zatti, che ha già ricevuto numerose e prestigiose adesioni, è perciò quello di tracciare possibili coordinate lungo le quali potrebbe muoversi un Legislatore "prudente" che sia attento ad integrare e perfezionare, e non già ad abbattere, lo "ius quo utimur".
Fonte: Un Diritto Gentile